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La prevenzione

In medicina esistono due tipi di prevenzione: la primaria e la secondaria.

L’obiettivo della prevenzione primaria è quella di identificare la causa o le cause che determinano l’insorgenza del tumore al seno, in modo da poterle eliminare. A tutt’oggi non si conosce quale sia la causa (agente eziologico) che favorisce l’insorgenza della malattia. Esistono diversi fattori (fattori di rischio) che se presenti in una donna possono essere indicativi di rischio  di  ammalarsi nell’arco della vita di tumore alla mammella.

I fattori di rischio maggiormente conosciuti oggi sono:

Età: l’incidenza del  tumore della mammella aumenta con l’aumentare dell’età;

Familiarità: uno o più casi di tumore della mammella nell’ambito di una stessa famiglia (madre o sorella);

Pregressa diagnosi di carcinoma mammario: in una mammella: le donne che hanno già avuto una diagnosi di tumore al seno hanno un rischio maggiore di poter sviluppare un nuovo tumore nella mammella contro laterale;

Menarca precoce: 9-10 anni

Menopausa tardiva: 54-55 anni ed oltre;

Nulliparità: assenza di gravidanze;

Età tardiva della prima gravidanza: dopo i 35 anni;

Scarso o mancato allattamento materno;

Diagnosi istologica di atipia mammmaria;

Uso prolungato di terapia sostitutiva ormonale in post menopausa (oltre i 5 anni);

Obesità in postmenopausa.

 

Non esiste un solo fattore di rischio che sia fortemente associato alla malattia (ad esempio come può essere il fumo di sigaretta per il tumore al polmone); il tumore al seno viene favorito da molteplici fattori, alcuni dei quali interagiscono in maniera complessa tra loro e ciascuno di loro è associato solo debolmente o moderatamente alla malattia. Per alcuni fattori di rischio, inoltre, non è possibile identificare una strategia preventiva (non si può chiedere ad una donna di avere molti figli o di averli in giovane età soltanto per limitare il rischio di tumore al seno).

Gli stili e le abitudini di vita possono favorire il rischio di sviluppare il tumore al seno o al contrario possono risultare preventivi nei confronti della malattia.
Un esempio riguarda la dieta; il cambiamento delle abitudini alimentari oggi prevalenti nei paesi occidentali avrebbe un effetto preventivo anche sul tumore al seno. A tale riguardo i dati della ricerca oncologica hanno dimostrato che una alimentazione che riduce al minimo i grassi animali ed i cibi eccessivamente raffinati sostituendoli con verdura e frutta, cereali non raffinati e legumi ha un valore protettivo nei confronti del tumore al seno. Alla dieta è strettamente correlato il controllo del peso corporeo. Dopo la menopausa (periodo in cui la malattia è più frequente) l’obesità rappresenta un fattore di rischio per il tumore al seno, ne consegue che il controllo del peso corporeo nelle donne in post menopausa è un modo per proteggersi dal tumore alla mammella. Questo rilievo non vale per il periodo che precede la menopausa: l’obesità nelle donne in premenopausa non è associata ad un rischio più elevato di tumore al seno. Anche una costante attività fisica  svolge un’azione protettiva nei confronti del tumore al seno in particolare per le donne in menopausa.  

 

L’obiettivo principale della prevenzione secondaria è la diagnosi precoce. La prevenzione secondaria rappresenta una strategia per identificare la malattia in fase iniziale. Le raccomandazioni che costituiscono la strategia per una efficace prevenzione secondaria sono rivolte a donne sane e con un rischio normale di ammalarsi di tumore al seno. Per le donne che hanno forte familiarità per il tumore al seno le raccomandazioni sono lievemente diverse.

Nel primo caso (donne asintomatiche) l’American Cancer Society ed il National Cancer Institute raccomandano la seguente strategia:

Autoesame mensile a partire dai 18 anni;

Una prima visita senologica a 30 anni;

Una prima ecografia mammaria bilaterale a 30 anni;

Una prima mammografia bilaterale a 40 anni;

Una visita senologica ogni anno dai 40 anni in poi;

Dai 40 ai 50 anni una mammografia bilaterale ogni 2 anni, alternata ad una ecografia mammaria bilaterale;

Dai 50 anni in poi oltre alla visita senologica annuale si consiglia anche una mammografia annuale.

 

Nel secondo caso (donne con familiarità  di primo grado per tumore alla mammella  come  madre, sorella od entrambe) le raccomandazioni diversificano rispetto alle precedenti nel seguente modo:

Prima mammografia a 35 anni;

dai 40 anni in poi visita senologica più mammografia associata ad ecografia mammaria bilaterale ogni anno, anche se asintomatiche. 

Per le donne che hanno un rischio elevato (positività ai test genetici BRCA associata ad elevato numero di componenti familiari nelle diverse generazioni con tumore al seno) l’American Cancer Society e il National Cancer Institute raccomandano di iniziare i controlli a 25 anni con vista senologica ed ecografia mammaria bilaterale e, a partire dai 35 anni, una visita senologica annuale associata a mammografia ed ecografia mammaria bilaterale fino a 40 anni. Dai 40 anni in poi oltre  alla visita senologica semestrale, alternare mammografia ed ecografia annuale con Risonanza Magnetica Nucleare della mammella ed ecografia.